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La tua voce che sovrasta il cicaleccio della folla
da un lontano passato tu vieni;
non ti resiste, non ti è pari quest’esitante zolla
che a bada, sottomessa e in pugno tieni

Eccoti eretta sul tuo trono
lasciato vuoto dal momento giunto
allora che squillò l’atteso suono
stuccati gli altri dal tuo furor compunto

Non ti duol tanta mestizia?
Non te ne calma l’argento capo?
Non toccherà a me pure tal letizia?

(Titolo: Vecchietta sull’autobus)

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