Nel nubicondo azzurro alteggiava un pennuto
che parea saltasse di bianco in bianco
ed etereo capriolasse nell’inverno ormai stanco
che il mirarlo rendea ogni uomo muto.
Ridanciano un poco, e fulgido e diletto
sovrastava sicuro la grigia massa
che il brusio ignorava nella terra bassa
e remoto era assiso ed orgoglioso il petto.
Ma la bellezza nascone la più vile intenzione
allorchè tornai con lo sguardo al cammino
rapido in picchiata lo rividi vicino
spezzando con un segno la fragile illusione.
(Titolo: Un piccione mi ha sporcato la camicia)